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Amor

Aggiornamento: 21 ott 2021

La grande vetrina del bar dava sulla piazza.



Lui era dentro ad uno di quegli inverni fatti di macchine, traffico, rientri, le cose del vivere insomma. Non che se ne badasse molto, più che al pulsare del mondo intorno a lui era intento a mettere ordine nei suoi pensieri, almeno così pareva. I suoi occhi, pur mantenendo una direzione, guardavano da un’altra parte, chissà che vedevano; c’era qualcosa in quegli occhi che non tornava, non lo so, pareva malinconia. Eppure, nonostante avesse l’età di quelli che hanno definitivamente lasciato la terra di mezzo, il suo aspetto non tradiva sconfitta. Certo, il suo abbigliamento era misurato, ma esprimeva comunque personalità, anche il taglio dei capelli era curato, si vedeva che era recente e la barba incolta, appena un filo, aveva indubbiamente un suo perché.


La piccola finestra dava su quella via senza colore. Sotto, poche macchine e un paio di passanti infreddoliti, strizzati nei cappotti. Lei era una donna magra, ben fatta, gentile ma decisa, di quelle che sanno quello che vogliono, sorrideva spesso e ci s’incantava inevitabilmente davanti a quel sorriso. Da che ne avesse memoria, lavorava in quei quarantadue metri quadri con un unico affaccio sulla strada più brutta della città.


Quella volta era di venerdì, si erano fatte le cinque del pomeriggio e lei, come sempre a quell’ora, stava riordinando. Era al limite del maniacale nel suo lavoro, era fatta così. Espletato il rito s’infilò nel giaccone di piuma appena comprato e abbandonò velocemente quel piano rialzato. Cinquanta metri più in là c’era il bar con la grande vetrina, quello della piazza.


E quel bar lui l’aveva appena lasciato alle spalle. Lei era ancora lontana, ma ne riconobbe immediatamente l’incedere, quel suo caratteristico camminare veloce, pareva immersa in chissà quali pensieri. Era avvolta in una grande sciarpa, come se volesse proteggersi non solo dal freddo, ma da chissà cos’altro, spuntavano solo gli occhi. Mentre gli si faceva incontro lui rivide tutto il loro film, tutto quello che era stato. E quello che era stato era chiaro ad entrambi che nessuno avrebbe mai potuto cancellarlo. Era quello che rimaneva.


Lei alzò la testa ad una trentina di passi dal suo abbraccio, non si aspettava d’incontrarlo, ma mascherò il disagio con uno di quei suoi sorrisi che valgono il biglietto, lui ricambiò. Fermi, uno di fronte all’altra, restarono immobili a guardarsi senza dire niente, non so per quanto. Fermi ad una trentina di passi da tutto quell’amor. Poi i passi divennero trentuno, trentadue, trentatré, cento, mille.




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